Oggi, nel nostro sistema mediatico, si sente sempre più spesso parlare di una “nuova” forma di organizzazione del lavoro che molte aziende, italiane e non, stanno adottando con risultati incoraggianti: la settimana corta.

Ma quest’ultima, concretamente, in cosa consiste? Semplificando molto, per intenderci, essa non è altro che una modalità alternativa di organizzare il lavoro: invece di distribuire le attività settimanali su 5 giorni, esse devono essere “compresse” in 4, di solito dal lunedì al giovedì. Di conseguenza si avrebbero a disposizione tre giorni di riposo: venerdì, sabato e domenica. Solitamente, la formula organizzativa che viene scelta per implementare la settimana corta è quella dell’eliminazione di una giornata di lavoro “a parità di salario e di produttività”. In poche parole, ai lavoratori verrà data l’opportunità di avere un giorno in più di riposo, senza subire tagli retributivi, in cambio di un aumento dell’impegno nelle ore di lavoro rimanenti. Questo allo scopo di recuperare o superare la produttività della settimana di lavoro tradizionale. Come vedremo, le aziende hanno implementato la settimana corta distribuendo il tempo di lavoro in modo differente: alcune, oltre ai giorni, hanno ridotto l’orario di lavoro settimanale; altre hanno preferito redistribuire l’orario settimanale nei 4 giorni rimanenti aumentando quello giornaliero; altre ancora hanno ridotto i giorni di permesso retribuito, le ferie e i festivi. Descritta in questo modo, l’implementazione della settimana corta sembrerebbe di facile realizzazione. In realtà essa, oltre ad essere un’opportunità, è anche una grande sfida per le aziende.

OPPORTUNITÀ

Iniziano ad essere numerosi gli studi che dimostrano i benefici che si ottengono dall’introduzione della settimana corta nelle aziende. In particolare, essi vengono riscontrati in due aspetti fondamentali della gestione delle risorse umane: l’aumento dell’efficienza e il miglioramento del benessere psico-fisico dei lavoratori. Questi benefici possono essere così riassunti:

SFIDE

Fino a qui abbiamo elencato le opportunità e i benefici che l’introduzione della settimana corta, se implementata nel modo giusto, produrrebbe. Tuttavia, è necessario guardare anche all’altra “faccia della medaglia”: la riorganizzazione del lavoro e del sistema produttivo sarà una sfida notevole per le imprese che sceglieranno la settimana corta. Innanzitutto, il sistema economico e produttivo è estremamente diversificato: esso varia in base al paese, al settore e alla tipologia professionale. Ogni azienda, di conseguenza, dovrà trovare la sua “ricetta ideale”, che permetterà di implementare al meglio questa prassi in base alle proprie caratteristiche organizzative, produttive e ambientali. Per rispondere al meglio a questa sfida saranno necessari ingenti investimenti sia in termini di tempo, che di risorse, materiali e umane. Sarà fondamentale avere dei manager competenti, preparati ed empatici che coinvolgano i lavoratori e li rendano partecipi (anche attraverso la formazione) della riorganizzazione aziendale; ci sarà bisogno dell’apporto di tutti per riuscire nella, non facile, impresa di efficientamento dei processi aziendali: in particolare, si dovranno eliminare i tempi morti e le attività inutili, ridurre al minimo quelle non indispensabili (ad es. continue e interminabili riunioni) e concentrare il massimo delle energie e degli sforzi su quelle strategiche per il business. Tutto questo produrrà un aumento della produttività che permetterà di recuperare i maggiori costi del lavoro - dovuti alla riduzione del tempo di lavoro ma non dello stipendio - e fissi – processi di reclutamento/selezione e formazione di nuovi lavoratori in caso di necessità (per recuperare le ore perse). Oltre alle problematiche di natura economica e produttiva, infine, i critici della settimana corta evidenziano il fatto che ritmi di lavoro e sforzi maggiori potrebbero aumentare lo stress nei lavoratori.

ALCUNI ESEMPI PRATICI

Nelle prossime pagine verranno presentati, sinteticamente, dei casi di aziende italiane (Intesa San Paolo, Sace, Essilor Luxottica) che hanno implementato la settimana corta. In particolare, ci si concentrerà sulle modalità che sono state scelte per riorganizzare il lavoro e i sistemi retributivo e produttivo.